Corni di Canzo – Via Ferrata del Venticinquennale nel Triangolo Lariano

Escursione sul Corno Occidentale dei Corni di Canzo per la via ferrata del Venticinquennale nel Triangolo Lariano e le Prealpi comasche

Autore: Raianaraya Nature Experience

I Corni di Canzo raggiungono un’altitudine che non intimorisce. Tuttavia, le sue pendenze e le sue pareti scoscese mettono a dura prova la resistenza anche dei più esperti. Questi tre speroni rocciosi riescono a catturare qualsiasi escursionista grazie alle loro caratteristiche uniche.

Difatti, pareti rocciose, dirupi, ponticelli, specchi d’acqua e ruscelli ricoprono l’intera montagna e non smettono mai di stupire. Inoltre, le pareti più ardue del Corno Occidentale sono attrezzate con una via ferrata: la ferrata del Venticinquennale. È anche questo il motivo per cui abbiamo sentito l’esigenza di condividere con voi questo emozionante momento trascorso nella natura selvaggia comasca.

Lo scorso sabato, ci siamo recati sul Corno occidentale di Canzo, 1.387 slm, in provincia di Como. Questa è una delle tre vette rocciose note come i Corni di Canzo che appartiene al complesso montuoso delle Prealpi Comasche. Per raggiungerlo è possibile fare una fantastica escursione affrontando la via ferrata del venticinquennale. Un percorso sensazionale che a momenti lascia senza fiato sia per i panorami sia per la vastità delle vallate che lo circondano.

La Leggenda del Demone dei Corni di Canzo

Una leggenda narra che queste tre immense cime rocciose abbiano avuto origine da uno scontro tra Angeli e Demoni. Un piccolo angelo molto astuto, in un momento propizio, riuscì a beffare il malvagio e imponente demone Canzio, creatura maestosa e terribile, soffiando della polvere di elleboro in faccia al temibile avversario. Il demone, non riuscendo a trattenersi dall’enorme starnuto, vide la sua testa affondare nella montagna per la sua potenza. Mentre, le corna si staccarono e diedero vita alle forme degli odierni Corni di Canzo.

Tuttavia, oltre alla leggenda, in questo luogo incontaminato si può godere della vista di meravigliosi sprazzi verdeggianti e scenari mozzafiato. Proprio per questo motivo, infatti, abbiamo voluto sondare il terreno e affacciarci direttamente su questa terra impregnata di mistero. Pertanto, dopo essere stati a caccia delle meraviglie del Sentiero degli Dei e delle sue affascinanti pareti a strapiombo sul mare. Oggi vi porteremo nei meandri di una delle montagne più intriganti del Triangolo Lariano.

i corni di Canzo, via ferrata del venticinquennale- triangolo lariano

Canzo – la partenza

Il nostro trekking sui Corni di Canzo inizia da Canzo dove saliamo verso la fonte del Gajum, meta rinomata per la sua bellezza naturale. Qui ci ritroviamo davanti a un bivio: A sinistra è possibile intraprendere un sentiero battuto in sterrato percorribile anche in fuoristrada e in mountain bike che permette di attraversare la prima e la second’Alpe per giungere infine alla terz’alpe. Nella direzione opposta, invece, un sentiero più veloce, ma che offre uno scenario panoramico di tutto rispetto.

Noi imbocchiamo questo sentiero e iniziamo ad attraversare la moltitudine di ponticelli che si susseguono, scavalcando specchi d’acqua disseminati qua e là su tutto il terreno. Inoltre, in diversi tratti siamo totalmente sovrastati dal bosco che per alcuni attimi ci circondati con conifere che svettano verso l’alto incontrando il blu del cielo.

Seguendo questo percorso, raggiungiamo agevolmente la terz’Alpe in circa un’ora e ci ritroviamo in un luogo dall’atmosfera magica in cui è possibile rifocillarsi prendendo un caffè o una fetta di torta. Inoltre, per chi avesse esigenze maggiori, il rifugio offre la possibilità di pranzare e assaggiare i prodotti tipici locali.

A questo punto siamo solo a metà della nostra escursione sui Corni di Canzo e poco più avanti, ci attende il tratto più duro della salita da cui è possibile raggiungere la tanto ambita via ferrata che conduce al Corno Occidentale. Anche se è proprio giunti alla ferrata del venticinquennale che inizia il vero divertimento. Allacciamo i caschetti, sistemiamo l’attrezzatura e siamo pronti per affrontarla in vista della conquista della cima su per la parete rocciosa.

i Corni di Canzo, via ferrata del venticinquennale, Como, Triangolo Lariano

La Conquista del Corno Occidentale

Il paesaggio offre un panorama mozzafiato e la via ferrata del venticinquennale non fa che aumentare l’adrenalina lungo tutto il tragitto. Infine, Conquistiamo la vetta. L’impresa è compiuta e la fatica sembra scomparire dai nostri volti. Tutto d’un tratto, la vista del panorama intorno a noi sembra assorbire la nostra stanchezza e riesce ad allontanare la nostra mente dalle prove appena affrontate.

Sulla croce di vetta del Corno occidentale è possibile assistere a uno scenario panoramico che si sviluppa a 360° intorno a noi. Madre natura ci regala uno dei sui spettacoli più ben riusciti a cui non possiamo che restare ammaliati. Dal punto in cui ci troviamo possiamo ammirare le bellissime Grigne, il Monte Resegone, il Monte rosa, le Alpi, le Prealpi e nei giorni più limpidi, è possibile scorgere persino gli Appennini. Ci troviamo a quota 1.387 slm, ma sembra di essere in un’altra dimensione, in un universo parallelo capace di regalare emozioni indimenticabili.

Assaporiamo l’emozione di poter assistere a questi scenari e possiamo proseguire di nuovo. Ci sono diversi sentieri che portano di nuovo a valle così come altri che conducono ad altre località circostanti. Pertanto, è consigliabile chiedere informazioni prima di procedere con il trekking. Noi decidiamo di scendere per un piccolo canale che in seguito sbuca sulla stessa strada da cui eravamo partiti la mattina. Infine, imbocchiamo l’ultimo tratto del sentiero che ci riporta di nuovo a Canzo.
Raianaraya Nature Experience


Info Percorso

É consigliabile intraprendere il trekking sui Corni di Canzo nei periodi più caldi e meno piovosi, in particolare, tra aprile e settembre. Meglio chiedere informazioni prima di intraprendere questo trekking in altri periodi dell’anno.

Per affrontare l’escursione è necessario calzare scarpe da trekking. Inoltre, indispensabile portare l’attrezzatura adeguata a un’escursione lunga con la presenza della via ferrata del venticinquennale: zaino da montagna, acqua, kit da ferrata con caschetto, un cambio, un antivento, dei guanti da arrampicata e un thermos con un buon the caldo che in vetta è sempre apprezzato.

Scheda Tecnica

  • Partenza: Canzo
  • Arrivo: Corno Occidentale (Cima Occidentale dei Corni di Canzo)
  • Cima: Cima Occidentale
  • Paesaggio: Monte Rosa, Grigne, Monte Resegone, Alpi e Prealpi, sporadicamente anche Appennini.
  • Dislivello: 900 metri circa
  • Durata: 5 ore – andata e ritorno – 10 km
  • Difficoltà: Impegnativo, via ferrata del venticinquennale: EE – Escursionisti Esperti.

Il Monte Focalone

Escursione sul Monte Focalone, nel cuore del Parco Nazionale della Majella d’Abruzzo. Ecco la scalata verso la vetta

Autore: Raianaraya Nature Experience

Oggi vi racconterò di una giornata trascorsa all’insegna del trekking sulle montagne del Parco Nazionale della Majella in Abruzzo. Nello specifico, un’escursione iniziata dalla cima del Blockhaus (2.145 m). Cima facilmente raggiungibile a piedi su strada asfaltata parcheggiando comodamente l’auto al Rifugio Bruno Pomilio.

Infatti, è proprio dal parcheggio del Rifugio che è cominciata la nostra escursione e in circa 10 minuti abbiamo raggiunto il Blockhaus. Con quest’ultimo alle nostre spalle, ci incamminiamo nel primo sentiero sterrato che in pochi minuti ci porta a oltrepassare una Cappelletta. Una volta superata, la lasciamo alla nostra sinistra continuando sul sentiero che circoscrive la montagnetta sul versante destro.

Il sentiero è molto panoramico e già dal momento che si imbocca ci permette di immergerci completamente nel verde. Inoltre, è uno dei pochissimi luoghi nel versante appenninico italiano in cui è presente il pino mugo. Caratteristica non da poco, dato che ricopre completamente il sentiero per oltre due ore di cammino e crea uno degli scenari naturalistici più particolari al mondo. Ad un certo punto, circa ad una ventina di minuti a piedi dal Blockhaus, ci ritroviamo davanti ad una roccia immensa da cui potersi affacciare ed ammirare tutto lo spettacolo della valle e degli appennini dinanzi a noi.

Il sentiero verso il Focalone

Abbiamo continuato a camminare sul sentiero per circa un’oretta, durante la quale si è proseguiti su un terreno battuto sempre in piano che non presentava alcune zone accidentate o tratti faticosi. Scoccata l’ora di cammino, o poco più, siamo giunti ad una fontanella dove abbiamo potuto riempire di nuovo le nostre borracce e abbiamo avuto la possibilità di rinfrescarci un po’, anche perché il caldo si faceva sentire così come il bisogno di acqua.

Dopo un attimo di rifocillamento, ci siamo rimessi in marcia e abbiamo ricominciato a camminare proseguendo verso la cresta che oramai era a poco più di un’ora di cammino. In particolar modo, il primo step sarebbe stato il Bivacco Fusco. Una piccola casupola squadrata di un color giallo ruspa che offre riparo a quegli escursionisti che bivaccano e che approfittano di un luogo coperto per passare la notte.

Dopo una mezz’oretta di cammino dalla fontanella, è cominciato il tratto più duro e complesso. Infatti, il sentiero sale di colpo con una pendenza molto elevata e a tratti si comincia a calpestare un terreno piuttosto sassoso. La salita è sfiancante e per circa mezz’ora si sale a fatica con il caldo che non aiuta assolutamente.

Ciononostante, il panorama diventa sempre più bello ed ammaliante. Ad un certo momento della salita, infatti, la vegetazione ed i pini mughi lasciano spazio ad un terreno ghiaioso e quasi privo di flora. Lo scenario è incredibile: linee ondulate che si rincorrono come in un gioco formando come un mantello a scacchi color bianco ghiaccio che nel cielo blu aleggia e dall’alto domina sulla vallata.

Il Bivacco Fusco

Raggiungiamo finalmente il bivacco Fusco e continuiamo a salire seguendo il sentiero segnato che porta al Monte Focalone (2676 m). Da quella zona si possono raggiungere molte altre cime oltre al Focalone come, ad esempio, il Monte Amaro (2793 m) a molte ore di cammino, il Monte Acquaviva (2737 m), il Monte Rotondo (2656 m) e molte altre ancora raggiungibili a seconda del sentiero che si decide di seguire. Tutti segnati e battuti in modo adeguato.

Il percorso per giungere in cima è sempre in salita e a tratti ancora abbastanza faticoso. Il terreno, da un certo punto in poi, è completamente ghiaioso e la vegetazione scompare del tutto. Proprio per le suddette caratteristiche del suolo, diventa ovviamente più facile scivolare, diminuendo di molto l’adesione delle scarpe sulla superficie.

Il Monte Focalone

Finalmente conquistiamo la vetta e spuntiamo il Monte Focalone sulla nostra check-list. Dinnanzi a noi, la vastità di tale scenario fa sì che lo sguardo si perda nell’immensità e non riesca a ritrovarsi. Ovunque, omini di pietra, piramidi di pietre alzate dagli escursionisti per segnalare il loro passaggio in quel luogo.

La cima è piuttosto affollata, ma riusciamo a trovare un posto poco lontano dove costruire il nostro omino e poi continuare con la nostra escursione. Dalla vetta del Focalone ricominciamo la nostra discesa per evitare il forte vento che soffiava lassù, in modo da poterci fermare e mangiare senza patire il freddo. Mangiamo un panino ed un dolce che avevamo preso di strada salendo dal Passo Lanciano e ci rimettiamo in cammino.

Una volta terminata la pausa pranzo, siamo tornati indietro fino al blockhaus e poi al Rifugio Bruno Pomilio dove abbiamo provato una birra artigianale locale, ossia la pesce palla, approfittando di una pausa per celebrare l’esperienza unica appena vissuta.

Un’avventura sicuramente da rivivere sia per la sua bellezza sia per le sue peculiarità che rendono la zona della Majella uno dei luoghi più caratteristici d’Italia.
Raianaraya Nature Experience


Info Percorso

Si consiglia di intraprendere questo trekking nei periodi più caldi e meno piovosi, in particolar modo, tra Giugno e Settembre. Anche se, con le dovute precauzioni e dopo essersi informati correttamente sullo stato dei sentieri, si può comunque fare questo trekking in altri periodi dell’anno.

Molto consigliato l’utilizzo di scarpe da trekking in particolar modo nella zona in salita ed in cresta. Suggeriti i ricambi d’abbigliamento e possibili k-way e giacche più pesanti quando si è in alta quota.

Scheda Tecnica

  • Partenza: Rifugio Bruno Pomilio
  • Arrivo: Monte Focalone
  • Cima: Blockhaus e Focalone
  • Paesaggio: Panorama del versante adriatico
  • Dislivello: 800 m circa
  • Durata: 4,5/5 h (andata e ritorno)
  • Difficoltà: Accessibile a tutti, ma consigliato un allenamento di base. Non si consiglia di arrivare fino in cresta con bambini se non abituati ad un certo tipo di escursioni.

Sentiero degli Dei, Trekking in Costiera Amalfitana: Agerola – Positano

Bagnato dal Mar Tirreno, il promontorio dei monti Lattari ospita il Sentiero degli Dei. Il trekking in costiera amalfitana affaccia come un balcone sul golfo di Positano e collega Agerola al borgo di Nocelle. Ecco la suggestiva escursione a pochi passi da Amalfi

Autore: Raianaraya Nature Experience

Il sentiero degli dei è un famoso trekking in costiera amalfitana che attraversa una parte dei monti Lattari in Campania. La scorsa settimana abbiamo finalmente deciso di intraprendere il percorso escursionistico per ammirare con i nostri occhi le meraviglie paesaggistiche del promontorio amalfitano. In particolare, il voler apprezzare un sentiero che si snoda in uno dei tratti di costa più invidiati al mondo. Questo, infatti, offre un panorama mozzafiato dall’alto con ampie vedute sul Mar Tirreno e il Golfo di Positano.

Il Sentiero con origine ad Agerola termina nel piccolo borgo di Nocelle, in provincia di Salerno. Il trekking in costiera amalfitana attraversa tratti di costa tra i più incantevoli d’Europa passando per Bomerano e nei pressi di Praiano dall’alto. Inoltre, una volta giunti al termine, è possibile procedere fino al centro di Positano affrontando non meno di 1500 gradini per raggiungere il mare.

Ma quali sono le ragioni che rendono questo sentiero così divino?

Sentiero degli Dei, trekking in Costiera Amalfitana da Agerola

La Leggenda del Sentiero degli Dei

Parrebbe che i greci lo chiamassero sentiero ‘degli dei’ perché portasse a quel tratto di mare, l’arcipelago de Li Galli, a largo di Positano; dove Ulisse nell’Odissea affrontò le sirene adulatrici. Nel percorrerlo, sembrava di dover raggiungere il Monte Olimpo, sia per la maestosità delle montagne sia per le sue vertiginose pareti a strapiombo sul mare.

Nell’opera di Omero si narra che il Re di Itaca fu legato all’albero maestro della nave. Egli volle poter ascoltare il loro canto senza cadere nella tentazione e finire soggiogato dalle stesse. Al contempo, i membri dell’equipaggio, tappate le orecchie con cera, cercavano di allontanarsi da tale minaccia e riprendere il largo.

Dal Monte Olimpo, tuttavia, gli dei osservavano la scena spaventati. Un naufragio della nave poteva infrangere i loro piani. Pertanto, decisero di intervenire sulla terra, ma atterrando ad alcuni chilometri di distanza, dovettero iniziare a correre. I loro passi tracciarono e modellarono il percorso tra i monti Lattari dando vita a ciò che in seguito fu denominato il Sentiero degli Dei.

Sentiero degli Dei, trekking in Costiera Amalfitana da Agerola a Positano

Agerola: l’inizio del Sentiero degli dei

Mito e leggenda si fondono in un luogo magico dove ogni elemento sembra richiamare il divino. Imbocchiamo il sentiero a poca distanza dal parcheggio consigliatoci dal proprietario del B&B in cui avevamo soggiornato. La piazzola si trova esattamente in via Casalone, Agerola, a meno di 200 metri dal punto in cui il trekking ha origine. Ed è qui infatti che la nostra avventura ha avuto inizio.

Il primo tratto del sentiero attraversa alcune ville e casette a schiera in un quartiere residenziale immerso nel verde. Il percorso in pavé corre tra le mura delle proprietà private come orme di un serpente lasciate nella sabbia. A causa della pioggia incessante del giorno precedente, la pavimentazione risulta scivolosa. Eppure, la via è in buone condizioni e senza incontrare alcun ostacolo completiamo questa parte iniziale dell’escursione.

Positano, Monti lattari, sentiero degli dei sulla Costiera Amalfitana
Vista sulla costiera Amalfitana sopra Praiano

Trekking in Costiera Amalfitana – la mulattiera e il panorama

Giungiamo su una strada asfaltata e per mezzo di un ponte di legno superiamo un baretto alla nostra destra. Lasciato quest’ultimo alle nostre spalle avvistiamo il tratto in sterrato che segna l’inizio del vero sentiero degli dei. Alla nostra destra siamo incantati dalle enormi pareti rocciose a strapiombo sul mare che sembrano crollarci addosso. Mentre, sulla nostra sinistra un’immensa distesa di un blu intenso copre una incalcolabile distanza toccando l’orizzonte. Allo stesso modo, possiamo ammirare i verdi strapiombi pullulanti di colture di viti, cedri e limoni congiungersi al mare alternando diverse gradazioni di lussureggianti sfumature.

Non appena imboccato il sentiero, ci ritroviamo dinanzi ad uno spettacolo inconsueto. Infatti, lo scalpito di un mulo cattura la nostra attenzione. Il giovane animale con due sacchi di calce assicurati ai due estremi del dorso ci precedeva. Proseguiamo il nostro cammino guidati dal passo scandito della povera bestia che termina la sua corsa consegnando il materiale agli operai in attesa.

Trekking in Costiera Amalfitana da Agerola a Nocelle - golfo di Positano
Sentiero degli Dei, Costiera amalfitana, Monti Lattari, Campania

Il Bivio per Praiano

Procediamo per circa mezz’ora su un terreno per lo più pianeggiante se non in punti sporadici. Alle prime indicazioni sul sentiero, seguiamo il percorso a sinistra per Praiano scendendo una decina di gradini. Il sentiero in questo periodo è chiuso a causa degli incendi dolosi, ma in genere è aperto tutto l’anno. Qui ci affacciamo su una terrazza naturale dall’aspetto paradisiaco. Infatti, tonalità di blu profondo e di verde lussureggiante danno vita ad uno dei connubi più affascinanti a cui si possa mai assistere.

Il panorama della costiera amalfitana ci accompagna per tutto il sentiero e ad intervalli siamo sovrastati dalla vegetazione. In questi momenti, ci addentriamo nelle insenature naturali della montagna e entriamo in zone boschive ricche di alberi e muschio. Avanziamo con uno spettacolo naturale da sfondo per quasi tutto il percorso che conduce a Nocelle. Quasi perché per un tratto di circa 15 minuti ci ritroviamo a camminare in una natura morta: cenere e fumo. In pratica, un incendio doloso aveva minacciato di spazzare via parte del sentiero. Ma per fortuna, grazie all’intervento tempestivo delle autorità, i danni sono stati parziali e limitati solo ad alcune zone della montagna.

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Positano, costiera amalfitana

Il borgo di Nocelle e i gradini per Positano

Arrivati a Nocelle, siamo tentati dal percorrere tutti i 1.500 gradini di cui avevo già accennato prima che conducono al centro di Positano. Infatti, dopo alcuni minuti di riflessione, ci lanciamo giù per le rampe di scale più lunghe mai incontrate. Ma nonostante la fatica, arranchiamo fino a Positano e raggiungiamo il mare. Camminiamo nel complesso per oltre 45 minuti da Nocelle a Positano e le gambe tremano come non mai. Tuttavia, la gioia di aver completato questa impresa è immensa e finalmente possiamo godere del magnifico golfo di Positano. Così, concludiamo anche l’andata di questo trekking in costiera amalfitana, un’esperienza unica da ripetere.

Per il ritorno, non avendo più la forza per i gradini, optiamo per una navetta che parte dal centro di Positano. Questa ogni ora collega Positano Nocelle, ossia il punto di partenza del Sentiero degli Dei. Il ticket è acquistabile ai tabacchi di fronte alla piazzola di sosta dei bus per una cifra irrisoria di 1 euro e 30. Così, in mezz’ora siamo di nuovo a Nocelle pronti per ripercorrere quel sentiero meraviglioso a ritroso verso il borgo di Agerola.
Raianaraya Nature Experience


Info Percorso

Si consiglia di intraprendere questo trekking nei periodi più caldi e meno piovosi, in particolar modo, tra giugno e settembre. Anche se, con le dovute precauzioni e dopo essersi informati correttamente sullo stato dei sentieri, si può percorrere anche in altri periodi.

Il trekking è abbastanza lungo ed in alcuni momenti potrebbe anche mettervi in difficoltà. Consigliato un minimo di allenamento ed un minimo di organizzazione (acqua, scarpe trekking, cambio). Tuttavia, potrete trovare turisti con ogni tipo di outfit. Fattibile anche con scarpe da ginnastica o tennis.

Scheda Tecnica

  • Partenza: Agerola/Bomerano
  • Arrivo: Nocelle
  • Tappa finale: Positano Centro – 1.500 gradini
  • Paesaggio: Parco Nazionale dei Monti Lattari e costiera amalfitana (Conca dei Marini, Praiano, Positano, Nocelle, Capri e Faraglioni)
  • Dislivello: circa 600 m fino a Positano
  • Durata: 4 h andata e ritorno
  • Difficoltà: E – Escursionistico – adatto a tutti, ma attenzione a chi soffre di vertigini.

Monte Aquila, escursione ad anello sul Gran Sasso da Campo Imperatore

Nel meraviglioso Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga si eleva il maestoso Monte Aquila, una vetta panoramica mozzafiato con vista sul Re degli Appennini: il Corno Grande. Ecco un’escursione ad anello che da Vado di Corno conduce all’albergo di Campo Imperatore.

Monte Aquila, giro ad anello Hotel Campo Imperatore

In questo articolo vi parlerò di un’escursione affrontata su una delle cime più affascinanti del Gran Sasso. Per cominciare, con la mia ragazza ci siamo recati in località Campo Imperatore, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e monti della Laga.

Tra le tante opzioni che l’Abruzzo offre, abbiamo scelto di raggiungere una delle molte vette che in quella zona appenninica superano i 2.000 m: Il Monte Aquila.

Il sentiero inizia da Vado di Corno, ritratto nella foto di copertina. Qui, nella viuzza sterrata è possibile campeggiare e grazie anche ad una piccola area attrezzata è possibile posizionarsi per bene, in particolare per chi ama avventurarsi in montagna all’alba.

Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo.”

– Robert Louis Stevenson
Monte Aquila. Campo Imperatore
Vado di Corno, Campo Imperatore, Gran Sasso, Abruzzo

Vado di Corno è la località da cui parte il sentiero che conduce al Monte Aquila. La vista da questa zona è mozzafiato e permette di scorgere le linee delle montagne che dolcemente avanzano verso il cielo.

Vado di Corno è assolutamente silenziosa e permette di instaurare legami molto profondi con l’ambiente circostante, così vasto e magnifico.

Nel nostro caso, per sfruttare al meglio l’esperienza, abbiamo dormito ai piedi del monte. Pronti così al mattino per lanciarci all’avventura. Lo scenario e la quiete qui non deludono mai.

Con il sole appena accennato, dopo una colazione veloce, ci siamo incamminati verso la vetta. Il nostro obiettivo infatti era quello di salire su in cima quando ancora tutto taceva.

Il tutto mentre era in atto il miracolo dell’alba e la montagna rifletteva quei colori crepuscolari che il sole, nascendo, donava a quelle cime così maestose.

Corno Grande, Vado di corno, ai piedi del Monte Aquila, Abruzzo
Corno Grande, Parco Naturale del Gran Sasso, Abruzzo

Il Sentiero da Vado di Corno

Il percorso inizialmente è su una stradina in sterrato ed è agevole. Il passo cadenzato è ipnotico e in men che non si dica ecco sopraggiungere il passo: da una parte la via per il Monte Brancastello a quota 2.385 slm, mentre, verso sinistra, il sentiero che porta su per il Monte Aquila 2.494 slm.

Lì dove le due montagne si incontrano, accenniamo una leggera salita. Qualche passo in avanti e ci ritroviamo circondati dalle due conformazioni montuose. Mentre, dinanzi a noi, il Corno Grande, la vetta appenninica più alta d’Italia. Una vista favolosa da togliere il respiro a chiunque.

Avendo intrapreso il sentiero verso il Monte Aquila, ci imbattiamo in una prima parte piuttosto ghiaiosa. Cosa che pregiudica anche l’andamento. Infatti ci muoviamo in leggero affanno.

Ma superato questo primo gradino, si intraprende il percorso che, anche se costante nella sua pendenza alquanto impegnativa, non vede tratti pericolosi o tecnici. Il sentiero per lo più è su terra battuta ed è circondato da un prato verde brillante, cosparso di fiori, che conduce fin quasi su in cima.

Corno Grande, vado di corno, monte aquila

Escursione ad anello sul Monte Aquila

Dopo circa 2 ore di trekking, arriviamo sulla cresta. Il sentiero si restringe e per brevi tratti siamo come in bilico tra un dirupo e l’altro. Lo strapiombo infatti è separato da un solo stretto passaggio e da una parte e l’altra vi saranno a occhio e croce quei 20-30 cm di spazio.

Ma è proprio in questi frangenti che si riesce a godere di alcuni dei più bei paesaggi situati lungo tutto il tragitto dell’escursione.

Superata la parte più lunga del percorso, la cresta assume i connotati classici caratterizzati da terreno ghiaioso. Qui bisogna anche superare alcuni ostacoli scavalcando alcune grandi rocce. Tranquilli, nulla di complicato, ma da evitare per chi soffre di vertigini.

Le rocce dinanzi sono simili a grandi scogli e sbarrano la via del sentiero. I segni rossi però indicano con esattezza dove salire per oltrepassare i massi. A questo punto siamo a poche centinaia di metri dalla cima.

Cima monte aquila, panorama

La Conquista del Monte Aquila

L’ultimo tratto procede con una pendenza simile a quella delle 2 ore precedenti. Ma ora prosegue su in cresta. Così, mentre ammiriamo lo spettacolare paesaggio che si presenta a noi, raggiungiamo la tanto ambita meta: il Monte Aquila a 2.494 metri s.l.m..

Siamo i secondi a giungere in vetta. Una famiglia ci aveva anticipato di poco. Il caldo aveva lasciato il posto ad un vento insistente e fresco. Tuttavia, è bastato girarci intorno per distrarci e restare come ammaliati da quella scena:

Immense vallate verdi. Pendii che si susseguono, uno dopo l’altro, come quasi giocassero a rincorrersi in quella terra sterminata. Sottili linee bianche serpeggiano in lontananza, sono le moltitudini di sentieri disseminati qua e là. Il tutto accompagnato dal sussurro del vento e dal silenzio circostante che regalano momenti di pace più assoluta.

monte aquila, gran sasso d'abruzzo

Arrivo all’albergo di Campo Imperatore

Una volta apprezzato il panorama, abbiamo cominciato a scendere dalla parte opposta da dove eravamo arrivati. Percorrendo la cresta, ci congiungiamo al sentiero che parte dall’albergo di Campo Imperatore (2.120 m) e che arriva al Corno Grande (2.912 m).

Ci incamminiamo infatti sul sentiero segnato con il numero 3 e praticamente ci ritroviamo in un flusso contrario dove una quantità piuttosto elevata di persone proseguiva in direzione opposta alla nostra. La discesa, a parte per una piccola parte a “zig zag”, non presenta tratti troppo impegnativi.

In realtà, una volta superate alcune S, ci ritroviamo su un terreno con poca pendenza e quasi tutto su terra battuta. Un percorso che sempre più dolcemente ci ha portato fino all’albergo di Campo Imperatore.

Una volta giunti al termine del percorso, ovviamente, essendo scesi dall’altro pendio della montagna, ci siamo ritrovati ad alcuni chilometri di distanza dal punto di partenza. Così, ci siamo avviati a piedi verso la nostra auto, che era piuttosto lontana, e abbiamo cercato di fare l’autostop ogni qualvolta se ne presentava l’occasione.

Fortunatamente, in meno di 10 minuti, una famiglia di Ancona ci ha preso su e ci ha accompagnati fino alla stradina a Vado di Corno da cui avevamo intrapreso il trekking la mattina stessa.


Info Percorso

Si consiglia di intraprendere questo trekking nei periodi più caldi e meno piovosi, in particolar modo, tra Giugno e Settembre. Anche se, con le dovute precauzioni e dopo essersi informati correttamente sullo stato dei sentieri, si può comunque fare questo trekking in altri periodi.

Molto consigliato l’utilizzo di scarpe da trekking. Evitare scarpe da ginnastica o running, soprattutto in cresta potrebbero aderire poco sul terreno ghiaioso. Suggerisco anche dei cambi da portare in zaino, k-way, maglia più pesante per la cima e/o giacca.

Scheda Tecnica

  • Partenza: Vado di Corno
  • Arrivo: Albergo Campo Imperatore
  • Cima: Monte Aquila
  • Paesaggio: Vado di Corno, Campo Imperatore
  • Dislivello: 750 m
  • Durata: 5 h
  • Difficoltà: praticabile da tutti, accertarsi di avere scarpe da trekking e un allenamento di fondo.

Rifugio Tita Barba – Spalti di Toro

Escursione sulle Dolomiti bellunesi nella natura incontaminata di Domegge di Cadore. Trekking con arrivo al Rifugio Tita Barba e con una vista mozzafiato sugli Spalti di Toro.

Il sentiero di cui vi parlerò oggi è racchiuso in un fantastico scenario pullulante di verde e di montagne situato nell’affascinante zona di Domegge di Cadore, in provincia di Belluno.

La nostra tappa ha avuto inizio dal Rifugio Padova a 1.287 metri s.l.m., luogo comodamente raggiungibile in auto fino a poco prima del viottolo che porta al rifugio.

Dal primo istante risalta all’occhio un paesaggio meraviglioso che anticipa la veduta panoramica di cui si potrà usufruire una volta su al rifugio. Nei pressi della struttura abbiamo un’ampia visuale sulle vaste e verdi praterie, così come su abeti e pini che svettano verso il cielo.

Spalti di Toro, Rifugio Tita Barba
Località Rifugio Tita Barba, 1821 m

Dal Rifugio Padova, imbocchiamo il sentiero segnato attraverso il bosco e cominciamo a salire su per una ripida salita per non meno di 30 minuti.

Arriviamo ad uno scollinamento dove per un po’ il terreno diventa agevole. Superiamo un rivolo d’acqua e ricominciamo a salire, ma solo a tratti in forte pendenza. Terminata quest’ultima scarpata, raggiungiamo un altopiano dove gli alberi cominciano ad essere molto più diradati.

Da questo momento, il percorso ci conduce nei pressi della cima da cui possiamo finalmente ammirare di fronte a noi gli Spalti di Toro.

Maestose rocce e guglie scoscese, come denti aguzzi appartenenti ad una specie preistorica, sono in continua erosione per via degli agenti atmosferici.

Intorno a noi una lussureggiante vegetazione, animali al pascolo e una pace a coronare la nostra impresa. Il silenzio ed il vento sono un tutt’uno che trasmettono un’energia positiva, quasi benefica.

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Ed è qui che raggiungiamo il rifugio Tita Barba, a quota 1.821 metri s.l.m. Adiacente al rifugio possiamo assistere a diversi scenari che a seconda del punto di osservazione cambiano, come per magia.

Da una parte possiamo ammirare la vallata e gli spalti di Toro che si dispiegano come a creare un anfiteatro. Mentre, dal lato opposto, restiamo ammaliati per la straordinaria bellezza delle Alpi dolomitiche, scorgendo dinanzi a noi il Passo Giau.

Il panorama è assolutamente mozzafiato e non vorresti mai lasciare quel posto incantevole. D’altro canto, per chi come noi ama così tanto questi luoghi, non tornerebbe mai a casa, anche perché, in fondo, casa è proprio questo.


Info percorso

Si consiglia di intraprendere il percorso dopo essersi adeguatamente informati riguardo alle condizioni dei sentieri, sopratutto durante i periodi più piovosi.

Si consigliano scarpe da trekking ed abbigliamento consono, soprattutto per coprirsi dopo la salita in cima e possibile cambio in caso ce ne sia bisogno.

Le salite a tratti sono abbastanza impegnative, quindi un allenamento di fondo sarebbe consigliato per portare a termine questo trekking.

Scheda Tecnica

  • Partenza: Rifugio Padova
  • Arrivo: Rifugio Tita Barba
  • Paesaggio: Spalti di Toro
  • Dislivello: 800 m
  • Durata: 2,5 h (per direzione)
  • Difficoltà: Praticabile da tutti, non consigliato per bambini.

Nature Experience

LA NATURA È LA NOSTRA VITA

Nel corso della nostra vita, quotidianamente ci si ritrova a prendere molte decisioni e a fare molte scelte – facili o difficili che siano – per raggiungere i nostri traguardi ed ottenere quei risultati sperati. Lottiamo e superiamo ostacoli per tutta la durata di questo intenso e spericolato percorso che è la Vita.

Eppure, alcune decisioni e scelte possono essere prese con estrema semplicità e possono dare i suoi frutti in poco tempo. Una di queste sicuramente risiede nei meandri e nelle memorie del nostro pianeta Terra. Un lascito immenso ed eterno che ha permesso all’umanità di evolversi e ottenere i privilegi e le condizioni di cui oggi gode.

Una condizione, un’essenza, quel poter respirare aria fresca e pulita che può portare ognuno di noi indietro nel tempo fino ai primordi dell’umanità stessa:

La Natura

La Natura è tutto ciò che abbiamo ed è anche tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere in questo mondo. Grazie ad essa, infatti, non solo è stata possibile la nostra stessa evoluzione, ma abbiamo misticamente trovato una casa, un luogo fisico complesso ed arcaico che ci ha offerto la possibilità di svilupparci e di adattarci sempre più alle sue caratteristiche. Concedendoci la facoltà di rispondere anche alle nostre esigenze e poter ugualmente coesistere.

Contrariamente alla Natura, che esisterebbe indipendentemente dalla nostra esistenza, l’uomo non potrebbe esistere al di fuori del suo Habitat ed è quindi interdipendente ad esso.

L’umanità è frutto di milioni di anni di evoluzione verificatosi fino ai giorni d’oggi in simbiosi con l’ambiente circonstante. Le varie ere si sono succedute nonostante le differenze e le difficoltà geografiche, come la mancanza di terra fertile e delle fonti d’acqua così come per le condizioni climatiche e delle attività di altre specie viventi adattatesi altresì a tali habitat.

Quindi noi siamo parte della Natura e soltanto salvaguardandola avremo la probabilità di sopravvivere ancora.

Ma cosa possiamo fare noi?

Apprezzarla!

Godere di ciò che ci è stato offerto con rispetto reciproco.

Ogni tramonto porta la promessa di una nuova alba.

Perdetevi nella natura e troverete la pace.

La natura è l’arte di Dio

DANTE ALIGHIERI

La nostra scelta più semplice quindi può essere quella di vivere nella Natura e restare a contatto con essa il più possibile.

Ricordare le nostre radici

e

semplicemente essere:

Elementi del Cielo e della Terra

La Natura non è nient’altro che Dio in ogni cosa

Giordano Bruno

La tua passione come stile di vita

Coltivare le più grandi passioni personali per avere una vita piena e significativa. Ecco come le nostre passioni sono diventate la nostra vita

Capita a volte di pensare se avremo mai il tempo di poter fare tutto ciò che abbiamo inserito nella nostra bucket list. Ad esempio, quel viaggio sulla 66 route negli USA, quel volersi allenare per partecipare ad una manifestazione sportiva, il riutilizzare quella vecchia bici in garage che alcuni anni fa ci faceva sognare o anche quel semplice ricominciare a praticare sport ed esplorare la natura circostante. Spesso, infatti, si resta fermi lì ad aspettare per un qualcosa che potrebbe accadere un giorno o l’altro nel futuro ed archiviamo il tutto con il solito: Poi si vedrà!

Il tipo di società odierno ha trasformato le persone in incontentabili cronici. Tutti continuano a proiettarsi nel futuro, ma mai nel presente! Sempre alla ricerca di qualcosa che non si ha, ma mai a focalizzarsi su ciò che già si ha. Perché non vedere le cose da un punto di vista differente? Se invece avessimo già tutto e l’unico limite fosse quello dentro di noi? Quel non affrontare mai ciò che più ci interessa e lasciare che il tempo passi da sé?

Noi questo lo avevamo compreso a pieno già da tempo e per questo abbiamo voluto cominciare a condividere la nostra grande passione per lo sport e per la natura con voi. Il nostro obiettivo è di incentivare lo sport e le attività nella natura e dare consigli sul come approcciarsi a tali attività in modo da creare una spinta positiva anche per tutti coloro che non hanno gli stimoli giusti o che non si sentono né all’altezza di certe situazioni né hanno il coraggio di intraprendere un nuovo percorso perché considerato semmai troppo grande o difficile.

La soluzione c’è sempre e generalmente è più vicina a voi di quanto non pensiate!

La nostra forza risiede in ciò in cui crediamo, nelle nostre passioni, nei nostri sogni e in ciò che amiamo. Il sacrificio e le difficoltà non esistono quando sono presenti queste caratteristiche nella nostra vita. Nulla potrà fermarci con l’amore e la motivazione a vivere certe esperienze, infatti, andremo sempre avanti nel nostro percorso e ci meraviglieremo di tutto ciò che verrà.

Noi abbiamo scelto di intraprendere questo percorso e vogliamo mostrarvi quante soddisfazioni può dare questo lifestyle.

Raianaraya deve voler significare motivazione, determinazione e passione. Il nostro impegno e la nostra costanza sono importanti ed essenziali per poter vivere in questo modo, ma lo è e lo sarà anche per tutti coloro che praticano e/o vorranno praticare sport e attività nella natura, infatti, tutti potranno entrare in contatto con persone che condividono le stesse passioni e Hobbies, inoltre, si potranno creare nuove connessioni e nuove amicizie per poter ampliare il numero di attività e sfide nella quotidianità.

Se non ci provi davvero, come puoi dire che non è possibile?

Iscriviti al cambiamento e comincia a far parte di un nuovo movimento

Green, salutare e social!