L’Irpinia è una florida terra adagiata tra le vallate centrali della regione Campania. Un luogo dove natura, storia e tradizioni locali creano un’atmosfera singolare che solo chi vi è stato può comprendere appieno
Autore: Raianaraya Nature Experience
Nell’area territoriale adagiata tra le dolci colline e i modesti rilievi appenninici della Campania, sorge l’Irpinia; una terra che conserva ancora oggi quei tratti storico-culturali che nei secoli ne hanno caratterizzato la sua evoluzione. Compresa prevalentemente tra le verdeggianti vallate della provincia di Avellino, l’antica terra degli Irpini confluisce a sud con la splendida Salernoe con i confini della Basilicata.
Sul versante orientale, la città medievale di Ariano Irpinoindica gli ultimi chilometri prima di addentrarsi nella regione costiera della Puglia, mentre, il fiume calore, originatosi dai Monti Picentini, scorre placido e conduce attraverso le naturali conformazioni geologiche alla vicina città delle streghe, Benevento. Infine, ad occidente, si estende la cosmopolita e caotica Napoli.
Gli Hirpini e il Lupo
Le origini dell’Irpinia tutt’oggi non sono del tutto chiare. Ciò è dovuto alla mancanza di fonti storiche che ne testimonino il suo corso in modo lineare. Tuttavia, grazie alla riscoperta di alcuni reperti di epoca romana, si è giunti alla conclusione che questa popolazione avesse pieno controllo del territorio già prima delle guerre sannitiche, IV-III secolo a.C.
Infatti, le gesta degli irpini sono decantate già ai tempi delle guerre espansionistiche di una Roma allora repubblicana. Stanziati pressappoco nell’odierna Campania tra le valli dell’Ofanto, del Sabato e dell’Ufita, questa stirpe di gente appartenente ai Sanniti parlava l’osco, una lingua condivisa da buona parte dei popoli italici meridionali nei secoli antecedenti all’impero romano.
Curiosa è l’etimologia del nome con cui questo popolo decise di farsi chiamare: Hirpini. Parola che deriva da Hirpus, ovvero lupoin osco. Si narra che la gente irpina fosse di indole rozza e belligerante e che per queste ragioni si identificasse orgogliosamente con la figura di Marte, Dio della guerra, della forza e della virtù umana.
Gli Irpini, inoltre, mostravano un considerevole rispetto per un animale selvaggio locale. Una bestia che ancora oggi rappresenta la forza, il coraggio e lo spirito di resistenza: il lupo. Presumibilmente, dovuto forse anche alle sue caratteristiche mitiche, la tenace e vigorosa figura del lupo venne accostata alla divinità Marte. Difatti, divenne simbolo della stirpe irpina contraddistinguendola a lungo.
Mito e leggende: dalla Janara ai Lupenari
Quando si è piccoli, i nostri nonni fanno sfoggio di tutti quei racconti e di quelle credenze locali che lasciano chiunque le ascolti sempre alquanto affascinati. In fondo, in ogni cultura del pianeta compaiono leggende o miti, narrazioni misteriose e talvolta occulte che trattano di elfi, divinità, demoni o qualsivoglia entità magica. In effetti, qualsiasi popolo è come se attingesse le proprie tradizioni da creature ed eventi sovrannaturali.
Allo stesso modo, anche l’Irpinia appare impregnata di misticismo e scenari fiabeschi. Tra le figure più rinomate, una posizione di rilievo è assegnata ai mitici lupenari, uomini che, nati durante la notte di Natale, hanno osato sfidare Cristo e per questo sono condannati ad un’esistenza da dannati. Infatti, ad ogni luna piena, i poveri malcapitati si trasformano in licantropi e vagano tutta la notte per i boschi e le campagne del posto.
Nell’area centrale della Campania è spesso menzionato anche il magico e maligno scazzamauriello. Si narra che questo elfo fatato sia di piccole dimensioni e sia vestito in abiti scuri e cupi. Nel cuore dell’Irpinia, l’entità oscura si presenta sotto forma di un omuncolo peloso e pare si diverta a disturbare il sonno delle persone sedendosi sulla loro pancia durante la notte.
Infine, un’emblema del beneventano, ma che si è esteso anche nelle vicine terre irpine è la Janara. Una strega malvagia, abile negli incantesimi e profonda conoscitrice delle erbe naturali, che la notte vaga per tormentare i sogni degli sventurati. In origine, la janara di Benevento soleva incontrarsi con altre fattucchiere sotto di un noce dove, insieme, compievano riti e veneravano il demonio. Queste sono soltanto alcune delle decine di leggende che circolano da tempo immemore in queste antiche località irpine.
Monti Picentini e Monti del Partenio
Parte delle catene montuose appenniniche situate in Campania convergono nel rigoglioso territorio irpino dando vita a scenari montuosi alquanto suggestivi e offrendo splendidi panorami sulle sconfinate vallate sottostanti. I due massicci principali sono quelli dei Monti Picentinie dei Monti del Partenio. I primi raggiungono le altitudini più importanti, tra i quali, il Monte Cervialto, il Terminioe il Polveracchio che dominano sull’intera area circostante con i loro corrispettivi 1.809, 1.806 e 1.790 metri s.l.m.
Sul monte Cervialto si organizzano escursioni, in genere, partendo dall’altopiano di Laceno, nel comune di Bagnoli Irpino, che prende il nome dall’omonimo lago. Quest’ultimo è meta turistica soprattutto durante le festività, infatti, non solo in alcuni periodi invernali è possibile sciare, ma molti campani, in particolare del napoletano, approfittano della pace e della tranquillità della montagna per evadere dal caos e dallo stress quotidiano.
La località dei Monti Picentini è molto rinomata per quello che viene considerato come l’oro nero della gastronomia: Il tartufo nero. Ogni anno, infatti, è possibile degustare molte varietà di piatti tradizionali a base del pregiato fungo alla festa del tartufo di Bagnoli Irpino. Mentre, nella vicina Montella,si trova un parco attrezzato naturalistico, il Bioparco Fattoria Rosabella, in cui è presente una cascata e un sentierino lungo il fiume che vi ci conduce. Un luogo rasserenante dove si può trascorrere una giornata nella natura incontaminata e degustando prodotti tipici locali.
Infine, i Monti del Parteniosono rilievi con una quota relativamente inferiore a quelli Picentini. Noti in particolare per la grande produzione di nocciole a livello nazionale, questi monti si presentano con una conformazione più compatta e omogenea. Tra le montagne della catena montuosa, quella più celebre è Montevergine, nel comune di Mercogliano, per via dell’omonimo Santuario Abbazia.
I borghi incontaminati dell’Irpinia
In questo magico angolo d’Italia, sparpagliati in modo eterogeneo, sorgono antichi e remoti borghi medievali. In alcuni casi, evidenti sono le tracce del passato locale che talvolta sono riconducibili al paleoliticoe al neolitico. I siti archeologici di maggiore rilievo sono sicuramente gli scavi di Abellinumad Avellinoe gli scavi di Aeclanumnella città di Mirabella Eclano. Entrambe le località sono di epoca romana ed erano dei centri nevralgici lungo la via Appia, unico vero collegamento per la vecchia Apulia, ossia l’odierna Puglia. Reperti romani sono stati rinvenuti anche nella panoramica Frigento, una piccola cittadina a quota 911 metri s.l.m. che veniva utilizzata dai romani per immagazzinare e conservare le scorte di cibo destinate a rifornire l’Irpinia e buona parte della Campania.
Una caratteristica che accomuna molti dei borghi irpini è sicuramente la loro elevata posizione. Infatti, buona parte di questi paesini è ubicata su rilievi che talvolta oltrepassano anche i mille metri di altitudine. La località con la quota più importante d’Irpinia è Trevico, un piccolo centro abitato a sud est della suddetta area geografica in cui è ancora possibile rivivere quel silenzio senza tempo immerso nella natura selvaggia circostante. Molto suggestivi sono anche Monteverde, classificato come uno dei borghi medievalipiù belli d’Italia e Nusco, definito il balcone d’Irpinia per la sua ampia veduta sulle verdeggianti distese limitrofe.
La medievale Rocca San Felice, immersa nella natura, domina sulle vallate dell’alta Irpiniae si impregna di mito con la Valle d’Ansanto, anche nota come Mefite. Quest’ultima era considerata dagli Irpini un luogo sacro dove poter venerare la Dea Mefite, divinità a cui chiedevano ricchezza e protezione. Altri borghi in alta quota sono Zungoli, Bisaccia, Calitri, Guardia dei Lombardi, la Gesualdodel rinomato madrigalista e Lioni.
Oltre ad essere immersi nella natura, alcuni paesini di quest’area della Campania offrono anche vere prelibatezze a livello internazionale. Taurasi, ad esempio, con l’omonimo vino DOCG possiede alcuni dei vigneti più invidiati al mondo. Ad Avellinoè possibile degustare alcuni dei vini bianchi pregiati d’Italia, tra cui il Fiano di Avellino e il Greco di Tufo.
L’Irpinia è una terra legata fortemente alle sue tradizioni ed è plasmata da una storia ancora tangibile che non smette mai di stupire. I borghi e le località da scoprire sono molti e sarebbe stato impossibile riuscire a citarli tutti. In questo articolo ho voluto semplicemente raccontare di un luogo a me molto caro poiché è lì che sono nato ed è lì che risiedono le mie radici.
Venite a sognare con noi immergendovi nei borghi abbandonati inghiottiti dalla natura selvaggia tra l’Abruzzo e le Marche.
Raianaraya Nature Experience