Un’escursione sul Velebit nel Nacionalni Park Sjeverni Velebit, meglio conosciuto come Parco Nazionale del Velebit Settentrionale, a inizio novembre, è un po’ una scommessa.
Quel che lo rende poco affidabile è soprattutto la costante del vento, con raffiche davvero intense che rischia, specie in cresta, di non far godere appieno dell’ascesa.
Eppure, il fascino di poter camminare da soli, immersi nella natura, continua per me ad essere qualcosa di impagabile.
Il Velebit, la catena montuosa più estesa della Croazia, è una delle aree naturali più caratteristiche della Repubblica Hrvatska.
In questa escursione, insieme alla mia compagna, ho esplorato l’area Sud del parco, partendo dal rifugio Alan e raggiungendo prima la cima di Buljma (1.451 metri s.l.m.) e poi il Zečjak (1.622 metri s.l.m.).
Proverò a raccontarti, come sempre nei miei articoli, l’esperienza con le parole e spero di riuscire a trasmettere, per quel che è possibile, le emozioni provate durante l’escursione. Ma prima di partire, un po’ di informazioni sul Parco Nazionale.

Curiosità sul Parco Nazionale del Velebit
Il Parco Nazionale del Velebit Settentrionale è stato istituito nel 1999, ed è una delle aree protette più importanti della Repubblica Croata.
Sito nella parte settentrionale della catena montuosa del Velebit, la parte opposta a quella visitata due settimane prima al Parco Nazionale di Paklenica, questo parco copre un’area di circa 109 km².
La storia del Velebit è strettamente legata alla cultura locale, e il parco è un punto di riferimento per la conservazione della flora e della fauna.
Il Velebit, infatti, fa parte della Rete Mondiale delle Riserve della Biosfera dell’UNESCO per la sua ricca biodiversità e per il suo patrimonio naturale.
È da ricordare, in generale, che come per il Paklenica, il Nacionalni Park Sjeverni Velebit fa parte del Patrimonio UNESCO delle ‘Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa‘.
Mentre un altro primato croato va al Parco Nazionale dei Laghi di Plitvice che è stato inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1979, grazie alle sue straordinarie bellezze naturali.
Un’ altra meraviglia croata è il Parco Nazionale di Krka che sebbene non sia presente nella medesima lista, vale davvero la pena visitare.
Ma tornando al Velebit, una delle peculiarità più notevoli del parco è la presenza di numerose grotte carsiche, come la famosa grotta Lukina Jama, una delle più profonde d’Europa, che attira speleologi da tutto il mondo.
La bellezza del Velebit risiede anche nella sua natura incontaminata, nei panorami mozzafiato che si aprono sull’Adriatico e nei numerosi sentieri che si snodano attraverso i paesaggi montani.

Orografia
Il Velebit è la catena montuosa più lunga della Croazia, con una lunghezza di oltre 145 km e una larghezza variabile tra i 10 e i 30 km. Questa catena è una vera e propria spina dorsale naturale del Paese, che si estende parallelamente alla costa adriatica.
Le vette del Velebit raggiungono un’altitudine massima di circa 1.757 metri (la cima più alta è il Vaganski Vrh, sebbene questa si trovi nella parte meridionale del Velebit).
In totale, nel Nacionalni Park Sjeverni Velebit ci sono oltre 30 sentieri segnalati, tra cui il Premužić Trail, che è uno dei più panoramici. Questo sentiero è stato costruito negli anni ’30 ed è una delle mete più gettonate dagli escursionisti.
La caratteristica forse più interessante del parco è la possibilità di camminare, per ore, e non per scherzo, sempre in cresta, affacciati da una parte sul mare Adriatico e dall’altra, sulle varie cime della catena montuosa.
Altra curiosità: durante i mesi più freddi, con il cielo terso, diversi scalatori sono riusciti ad ammirare dalla cima più alta del Velebit la costa abruzzese e il Gran Sanno d’Abruzzo.
Insomma, si tratta di un massiccio montuoso che regala tanto a chi sa apprezzare.
Caratteristiche geologiche, flora e fauna
Dal punto di vista geologico, il Velebit è caratterizzato da formazioni calcaree, tipiche delle Alpi Dinariche, che creano paesaggi carsici complessi con grotte, doline e formazioni rocciose spettacolari.
Il territorio è ricco di biodiversità, con molte specie di flora e fauna endemiche, tra cui la Campanula velebitica, diventata anche un simbolo della montagna.
Il clima del Velebit è influenzato dalla vicinanza al mare e dalla sua altitudine, creando una combinazione unica di microclimi che permette la coesistenza di specie mediterranee e alpine, insieme.
Ad oggi sono state catalogate oltre 2.000 tra specie e sottospecie nell’ecosistema floreale. Altri simboli caratteristici del Parco sono il pino mugo, – grazie al quale mi è sembrato di ripercorrere anche zone della Majella in Abruzzo, come il Focalone -, l’abete bianco e il faggio, per cui il Parco è diventato patrimonio UNESCO.
Inoltre, Il Velebit è rinomato per la presenza di specie rare ed endemiche, tra cui:
- Degenia velebitica: Considerata il “gioiello” della flora croata, questa pianta estremamente rara è endemica del Velebit e cresce su ghiaioni calcarei.
- Campanula fenestrellata
- Edraianthus graminifolius var. croaticus
- Sorbus velebitica
Il Velebit è anche un’area perfetta per osservare la fauna selvatica, con la possibilità di avvistare animali come orsi bruni, lupi e camosci.

Partenza dal rifugio Alan
La mia escursione nel Velebit Settentrionale ha avuto inizio presso il rifugio Alan, situato nella parte meridionale del parco.
Questo rifugio è un punto di riferimento importante per gli escursionisti che desiderano esplorare le aree circostanti e si trova proprio lungo il famoso Sentiero Premužić di cui ho fatto cenno prima.
Per arrivare al rifugio, abbiamo seguito una strada ben asfaltata, ma piuttosto stretta, che a suon di tornanti conduce fino al punto di partenza.
Appena arrivati al parcheggio, un’ auto del Nacionalni Park Sjeverni Velebit è sbucata dal nulla e ci ha chiesto molto gentilmente di acquistare i biglietti d’entrata.
I biglietti costano 7 euro ciascuno (in bassa stagione, bassissima oserei dire) con validità due giorni. Per chi volesse avere delle informazioni aggiornate in base al periodo dell’anno è bene informarsi al sito ufficiale del Parco Nazionale.
Da Alan, ho intrapreso il cammino verso la cima di Buljma. La salita non è particolarmente difficile, piuttosto per noi ha richiesto una certa resistenza fisica al vento freddo sferzante.
Tuttavia, soprattutto considerando il poco dislivello e il terreno poco roccioso, siamo saliti senza problemi e anche piuttosto velocemente.

La cima Buljma 1.451 metri
Durante la salita, il panorama sul mare è coperto dalla montagna anche se rivolgendoci verso il rifugio Alan, e guadagnando dislivello in breve tempo, riusciamo ad ammirare le verdi creste e le numerose foreste, rosse, gialle e marroni in questo preciso momento dell’anno, che dipingono i pendii a macchie di leopardo.
Dopo poco più di mezz’ora siamo già in cima. Il vento è spietato e non lascia tregua, ma la vista è semplicemente mozzafiato: da un lato si può ammirare il blu profondo del mare Adriatico, mentre dall’altro le maestose cime del Velebit che si stagliano all’orizzonte.
Ma arrivare in cima al Buljma è stato solo il principio.
Essendo infatti partiti da poco, volevamo continuare il trekking senza dover fare l’anello corto, che alla fine dei conti non è altro che una passeggiata con un po’ di dislivello.
Decidendo di proseguire, quindi, abbiamo incrociato il trail che attraversa tutto il Velebit: il Sentiero Premužić. Questo sentiero è noto tra gli amanti della montagna perché si snoda per circa 50 chilometri, attraversando alcuni dei punti più panoramici del massiccio montuoso del Velebit.
È apprezzato anche per la sua semplicità. Sebbene si tratti pur sempre di un trekking di più giorni e da intraprendere, quindi, con abbigliamento e attrezzatura adeguata, così come con un allenamento di base.
Il trail segue la cresta da Nord a Sud, lasciandoti ammirare la costa adriatica in tutto il suo splendore.

Crocevia e ingresso al bosco
Ci avviciniamo ad un incrocio segnato e leggiamo che in circa un’ora e mezza è possibile raggiungere un punto panoramico.
Avendo ancora un giorno davanti, ci lanciamo sul sentiero senza troppi indugi e cerchiamo di accelerare il passo verso il bosco, che ci avrebbe schermato dal vento.
Questo tratto del percorso sul Nacionalni Park Sjeverni Velebit è più impegnativo, ma assai più suggestivo. Diciamo che il sentiero da qui si è suddiviso in 3 fasi:
- Bosco di faggete e foliage
- Tunnel tra i pini mughi
- Cresta
La salita è intervallata a brevi tratti in falso piano e conduce, in maniera alquanto costante, fino al tratto in cresta, dove si procede con dei dolci sali-scendi, scavalcando diverse montagnelle, verso il Zečjak.
Ogni passo dell’escursione è ripagato dal senso di pace e di connessione con la natura che solo il Velebit sa offrire.
La cima di Zečjak è meno frequentata e meno conosciuta rispetto ad altre del parco, e questo ci ha permesso di guadagnare metri di dislivello praticamente in solitaria.
Con noi, solo un’altra coppia croata ha raggiunto la cima, dove abbiamo fatto anche amicizia. Nel complesso, la Croazia ci è piaciuta molto, dalla natura alle persone.
Ma tornando al sentiero. La prima parte nel bosco è magica. Il vento qui scompare e ci lascia nel silenzio più assoluto, silenzio interrotto solo dal fruscio ritmico delle foglie calpestate, un vero tappeto che ricopre ogni cosa. Uno strato così spesso che se non fosse per la buona segnalazione sui tronchi degli alberi, effettuata dall’ente Parco Nazionale del Velebit Settentrionale, ti perderesti in men che non si dica.

Verso il Zečjak
Procediamo tra alberi centenari, funghi che adornano ogni dove e su di un tappeto variopinto che ci conducono fino all’uscita, per iniziare a camminare tra i caratteristici corridoi di pini mughi.
Siamo più in alto ora, oltre i 1.650 metri, e continuiamo ad avanzare con uno sguardo meravigliato da cotanta bellezza che si presenta a noi: una vista a 360º su tutta la catena montuosa e sull’Adriatico.
Verso Nord-Est e Sud-Est, all’orizzonte, si scorgono centinaia di cime collegate tra loro. Un’unica immensa cresta che sembrerebbe connettere come una rete ogni singola vetta del massiccio.
Le creste, di un verde caldo e tenue, si alternano a macchie di pini mughi e piccoli boschi. Di sicuro, l’autunno ci ha permesso di vedere un mix di colori spettacolari. Ma lo spettacolo è solo a metà.

Volgendo infatti lo sguardo verso Ovest, il luccichio dei raggi solari sembra segnare un cammino nel mare, quasi come a indicare il percorso che il sole ha appena percorso sull’Adriatico.
Di fronte, l’isola di Rab a Nord e l’isola di Pag, a Sud. Siamo circondati da scenari mozzafiato in ogni lato, non resta altro che apprezzare l’ultima parte di sentiero fino a raggiungere Zečjak.
Anche questa volta, ringraziamo madre natura per averci permesso di vivere quest’esperienza straordinaria e segniamo il Nacionalni Park Sjeverni Velebit come una di quelle mete da rivedere un giorno, ancora una volta.

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