Autore: Danilo D’Onofrio
Potremmo chiamarlo con l’acronimo SPA, l’estensione che ci balena in mente è quella che tutti conosciamo meglio! Snow Park Abruzzo sarebbe un inglesismo che piacerebbe a tanti, ma il senso che vogliamo dare non è quello di speculare commercialmente sulle nevi d’Abruzzo. Le piste affollate e le fiaccolate notturne esistono e danno il loro contributo economico in questa porzione di penisola; ma esiste un Abruzzo Bianco, un deserto di neve candida ed immacolata, che rappresenta uno dei terreni più meridionali d’Europa dove praticare sci-alpinismo.

Ce n’è per tutti i gusti, o meglio, per tutte le capacità e difficoltà: per chi vuole osare oltre e per chi vuole fare lunghe salite con pelli di foca ed un tranquillo ritorno a valle su dolci pendii. Ma c’è un aspetto importante, unico e fondamentale che attira ormai da diversi anni il popolo del nord, gente avvezza a questa pratica già solo per cultura: si tratta dell’isolamento che si percepisce sulle nostre montagne e che regala quelle sensazioni ormai dimenticate sulle Alpi costellate di tralicci, funivie, strade e alberghi in alta quota.
In Abruzzo è ancora possibile trascorrere una giornata in montagna senza scorgere elementi di disturbo, facendo affidamento solo sulla propria preparazione fisica e psicologica. Sono luoghi dove si può ancora accarezzare la sensazione di isolamento totale, osservare estasiati i lupi correre in fila sulla neve, i cervi che arrancano affondando nella coltre o un’aquila che ti osserva dall’alto; tutto questo tenendo sempre conto del repentino cambiamento di tempo.

Non per ultimo, anzi piuttosto un elemento caratteristico, la visione del mare Adriatico che accompagna lo sci-alpinista nelle belle e terse giornate invernali, come a ricordare che stiamo sciando sulle nevi del Mediterraneo dove, nonostante la latitudine, e a dispetto della quota mai paragonabile a quella delle Alpi, la colonnina di mercurio spesso registra le temperature più rigide della penisola. Questo è il motivo stesso per cui, nelle migliori annate, la neve scende così abbondante da trovarla fino ad estate avanzata permettendo di fare le migliori sciate in maniche di camicia la mattina, per poi regalarsi un bagno al mare nel pomeriggio!
Le montagne abruzzesi sono esposte ai quattro venti, quindi a qualsiasi tipo di perturbazione interessi il centro-sud; quando i gelidi venti di grecale accompagnano le perturbazioni dai Balcani, si può facilmente assistere al curioso ed inusuale fenomeno della neve che lambisce il mare, che piega i rami degli ulivi e che imbianca gli agrumeti carichi di frutti colorati come alberi di Natale perennemente addobbati. La Majella, proprio per la sua vicinanza alla costa e per la quota piuttosto rilevante (20 cime oltre 2500 metri s.l.m.), viene letteralmente spazzata da venti gelidi e sommersa da metri e metri di coltre bianca.

Le alture nelle vallate adiacenti alla Majella, specie nell’alto Sangro, restano esposte ancor più per via della barriera di protezione che degrada maggiormente dal lato meridionale dell’Abruzzo. In queste zone, i paesini arroccati come in un presepe Francescano sono spesso citati in cronache da record! Paesi come Capracotta, dove nella piazza principale del paese, sul muro del Palazzo Comunale, delle tacche ricordano le nevicate che nei decenni hanno letteralmente seppellito le case. Si parla di nevicate record di 5 metri e di anni in cui, in 24 ore, caddero più di 2 metri di coltre.
Tuttavia, numeri a parte, imbattersi in questo tipo di esperienze fa dimenticare di trovarsi a queste latitudini a favore della sensazione di trovarsi da tutt’altra parte, in paesaggi da cartolina più blasonati, come quelli che si vedono nelle riviste di località invernali del Nord Europa.

Venite a scoprire insieme a noi l’Abruzzo e i suoi borghi abbandonati nascosti tra le montagne.
Raianaraya – Nature Experience

Autore
Danilo D’Onofrio
Escursionista, amante della natura e dell’avventura. Le montagne abruzzesi sono la sua seconda casa e il suo motto preferito è “Perdersi per riuscire a trovare la giusta via”.