Il Monte Puscio – Croce di Maiano 1.141 m s.l.m.
Durata
2 ore e mezza (andata e ritorno)
Percorso
Alpe del Viceré – Monte Puscio
Dislivello
circa 200 metri
Autore: Raianaraya Nature Experience
Qualche giorno fa, impegnati nella ricerca di una nuova terra incontaminata da esplorare, abbiamo sentito alcuni amici che da diverso tempo ci raccontavano di voler scalare una certa vetta da loro descritta come una perla della zona e di una bellezza ammaliante. Incuriositi dalle loro parole, abbiamo convenuto che il momento per accompagnarli in questa avventura fosse finalmente giunto.
Nel Triangolo Lariano, tra i due rami del lago di Como, si eleva una modesta cima, il Monte Puscio, che con i suoi 1.141 m s.l.m. non regala scenari eguagliabili a quelli delle grandi catene montuose alpine, ma che dal suo canto offre spettacoli altrettanto unici e da gustare appieno. Per questo motivo, anche questa vetta doveva assolutamente entrare nella nostra bucket list.Â
Al mattino ci svegliamo, controlliamo le condizioni del meteo e nonostante il tempo non prometta granché di buono decidiamo comunque di affrontare questa escursione. Quindi, prepariamo giacca antivento, torcia frontale e k-way e riponiamo tutto in zaino. Adesso siamo pronti, questa esperienza può cominciare.
Nel primo pomeriggio, lasciamo l’auto nel parcheggio dell’Alpe del Viceré, anche nota tra i locali come Salute, che è situata ad Albavillain provincia di Como. La nebbia è fitta e non abbiamo una visuale del tutto chiara, ma ci avviamo comunque per la nostra scalata verso la meta. Nel primo tratto di percorso passiamo per alcuni rifugi, in uno dei quali prenotiamo per cenare al ritorno. Dopodiché, raggiungiamo il Rifugio Cacciatori, luogo da cui parte il sentiero che porterà in circa due chilometri e mezzo al Rifugio Capanna Mara.
Una mulattiera davvero suggestiva che si immerge irregolarmente nelle pinete e nelle aree boschive che attraversa. In circa quaranta minuti, con una nebbia che non ci abbandona neanche per un istante, raggiungiamo il Capanna Mara. Una locanda molto frequentata vista la sua posizione e grazie alla possibilità di essere raggiunta anche in mountain bike. Siamo a quota 1.105 m s.l.m. e la visibilità è scarsa, così tanto da riuscire appena a scorgere una bandiera dell’Italia che sventola sulla piccola cresta su cui stiamo procedendo.
A questo punto, imploriamo il Dio Eolo di scatenarsi e spirare quanta più aria per smuovere quel muro opaco di umidità apparentemente inamovibile. Ciononostante, ancora non sapevamo cosa ci avrebbe riservato continuando a salire. Incredibilmente, come se una qualche connessione ultraterrena si fosse instaurata tra noi e chissà quale entità astratta, un alito di vento comincia a fare capolino da est. Lieve, appena percettibile, ma quel che basta per liberare il cielo da alcune nuvole ed aprire lo scenario, almeno in parte, davanti a noi.
Riusciamo finalmente ad avvistare qualche vetta. Giungiamo dinanzi ad un cartello malconcio e poco stabile. L’unica dicitura, poco visibile e quasi scomparsa del tutto per l’azione degli anni, pronuncia: Monte Puscio. Avanziamo e lasciamo che il rifugio e la bandiera si allontanino alle nostre spalle. Finalmente scorgiamo una H, un’area d’atterraggio per gli elisoccorsi e poco dopo un sentiero che si immerge negli alberi. Percorriamo agevolmente il sentierino appena imboccato facendo attenzione nel tenere sempre la destra per la presenza di un bivio che potrebbe allontanarci dalla meta.
L’ultimo chilometro del tragitto sta per concludersi. Abbandoniamo il bosco in cui si divincolava questo ultimo tratto del percorso ed entriamo come in un mondo parallelo. Siamo rapiti da ciò che si presenta davanti ai nostri occhi: le luci del tramonto filtrano attraverso un mare di nuvole che ricoprono l’intero paesaggio fino all’orizzonte. Poche vette riescono a concedersi una vista dall’alto ed assistere al nostro stesso spettacolo. Sfumature infinite di colore concedono uno scenario quasi innaturale o comunque non di questo mondo. Il panorama è pazzesco, una distesa di nuvole che si perde a vista d’occhio e noi sembriamo immergerci nell’infinito di questo dipinto su tela della Natura.
Avanziamo lentamente verso la nostra meta, la Croce di Maiano, cercando di goderci al meglio uno degli scenari più emozionanti mai visti e immortaliamo questi magnifici istanti che sicuramente resteranno a lungo indelebili nella nostra mente. Prima di rimetterci in cammino, accendiamo le nostre lampade frontali e ripercorriamo a ritroso il percorso dell’andata. Tuttavia, per il ritorno è possibile affrontare altri sentieri tra cui anche diversi circuiti ad anello. Infine, raggiungiamo il tanto atteso rifugio, la Locanda del Viceré, dove trascorriamo alcuni momenti di assoluto divertimento con degustazione di prodotti tipici e locali accompagnati da una fresca birra della zona.
Il paesaggio che si può ammirare dal Monte Puscio abbraccia una buona area del Triangolo Lariano che comprende il Monte Bollettone, il Monte Palanzone, Le Grigne, il Cornizzolo, il Monte Rai e i Corni di Canzo. Un luogo vasto e in grado di offrire sprazzi di natura incontaminati
Nella prossima avventura, Il Rittner Horn o Corno del Renon (BZ).
Raianaraya Nature Experience
Info Percorso
Si consiglia di intraprendere questo trekking nei periodi più caldi e meno piovosi, in particolar modo, tra Giugno e Settembre. Anche se, con le dovute precauzioni e dopo essersi informati correttamente sullo stato dei sentieri è percorribile anche in altri periodi dell’anno.
Molto consigliato l’utilizzo di scarpe da trekking. Evitare scarpe da ginnastica o running. Si consigliano anche dei cambi da portare in zaino, k-way, maglia più pesante per la cima e/o giacca.
Scheda Tecnica
- Partenza: Alpe del Viceré
- Arrivo: Monte Puscio – Croce di Maiano
- Cima: Monte Puscio
- Paesaggio: Monte Bollettone e il Palanzone, Le Grigne, il Cornizzolo, Monte Rai e i Corni di Canzo.
- Dislivello: circa 200 m
- Durata: circa 2 e mezza (andata e ritorno)
- Difficoltà : media, agevole e praticabile da tutti.