Il Monte Grona è un monte sito nelle Prealpi lombarde. In particolar modo, sulla sponda occidentale del lago di Como. Un’escursione sulla cima del Grona, passando per il rifugio Menaggio e la straordinaria ferrata del Centenario.
Escursione con vista sul lago di Como
In una precedente escursione sul Monte San Primo, discutendo tra noi di nuove montagne da esplorare, siamo stati colpiti dalla descrizione di un massiccio.
Questo era situato sulle Prealpi Luganesi, più nello specifico, il Monte Grona. L’antico massiccio cela al suo interno le tracce di un passato tutt’ora tangibile. E in Lombardia è una meta di gran fascino che attrae tanti escursionisti e appassionati.
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Monte Grona: le leggende
I segni di antiche attività sono presenti su tutto il territorio della Grona. Alcune fonti teorizzano che queste terre fossero già abitate nella preistoriada nomadi cacciatori. Infatti, grazie al clima mite e favorevole, questi uomini potevano sfruttare l’intera area per procacciare cibo e sostenere ogni bisogno primario.
Alcuni millenni fa, inoltre, alcune incursioni celtiche hanno fatto sì che la montagna diventasse un luogo nevralgico per queste civiltà. Si ipotizza perfino che all’epoca di Giulio Cesare, ebbero luogo flussi migratori dalla Greciaverso queste zone alle pendici del monte.
In età medievale, come in molte aree della penisola italiana, il Monte Grona assunse un aspetto prevalentemente difensivo, in particolar modo per la tipologia di costruzioni erette.
Torrie cinta di mura incominciarono a diffondersi sull’intero perimetro. Assicurare sicurezza alle popolazioni era di primaria importanza. Si vocifera che gli enormi portoni ogni notte venissero serrati con assi di legno e spesse catene. D’altronde, evitare l’intrusione da parte di lupi affamati o qualsivoglia delinquente era vitale.
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Monte Grona area geografica
Il Monte Grona è una montagna alloggiata nell’area centrale della penisola lariana. Il rilievo è all’interno della catena Prealpina luganese in provincia di Como, in Lombardia.
Il Grona, seppur di modeste dimensioni, una quota di appena 1.736 m s.l.m., domina sul comune di Plesio e su tutta l’area centrale del Lario. Ma è la vista sul lago e il sentiero panoramico ad affascinare i visitatori.
Dalla vetta il panoramache si sviluppa è ampio e si affaccia su tutta l’area circostante. Sul versante meridionale si possono ammirare le Prealpi comasche, tra cui:
- I Corni di Canzo
- La Grigna
- LaGrignetta
- Il Monte San Primo
- Il Monte Galbiga
Mentre, sul versante opposto è possibile scorgere tra le tante Alpi anche il Monte Rosa. In lontananza di ergono le Prealpi Orobiche e il Monte Legnone.
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Il borgo di Menaggio sul lago di Como
Al mattino sveglia presto. Io e la mia ragazza da subito iniziamo a correre per casa. Prepariamo tutte le attrezzature per poi riporre tutto il necessario nello zaino.
Ci gettiamo a capofitto in auto, ma non prima di aver accuratamente ricontrollato tutto l’occorrente per l’escursione. Ogni cosa sembra quadrare, è il momento di partire!
Guidiamo fino alcentro commerciale di Tavernola, in provincia di Como, lì dove abbiamo stabilito il ritrovo con i nostri compagni d’avventura. Qui carichiamo tutto su un’unica auto e riprendiamo la strada.
Arrivati nel comune di Menaggio, decidiamo di fare colazione in un bar del centro storico. A questo punto, riaffiorano nella mia mente ricordi di quell’anno in cui avevo vissuto proprio in questo piccolo borgo sul lago di Como.
Sorrido e con una leggera smorfia lascio che quel flusso di pensieri mi pervada completamente. Con lo sguardo fisso verso la parte alta del paese, cerco di localizzare la mia vecchia casa. Forse la intravedo, ma non gli dò troppa importanza.
Ora è il momento di rimetterci in strada per raggiungere Breglia,una piccola frazione del comune di Plesio. La licalità è a quota 749 m s.l.m. ed è anche il punto di partenza per la nostra escursione sul Monte Grona.
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Il Sentiero per il Rifugio Menaggio
Al principio della nostra escursione, attraversiamo una suggestiva e angusta mulattiera che si introduce come un vicoletto tra le case del paese.
La prima impressione è molto positiva e, colpiti dall’incantevole paesaggio iniziale, procediamo verso il bosco. Imbocchiamo così il primo sentiero e ci immergiamo nella fitta vegetazione.
Il percorso è davvero ben segnalato e il sentiero in buono stato. Proseguiamo a piedi per circa quaranta minuti, confluendo su una strada asfaltata. Questa conduce al punto più vicino per iniziare la vera escursione e la via normale.
Saliamo seguendo le indicazioni quando dinanzi a noi si apre uno scenario mozzafiato. Il paesaggio è incantevole e si estende sull’intera valle sottostante e sul lago di Como.
Camminiamo per circa un’altra ora per la salita verso la nostra prima meta: Il Rifugio di Menaggio. Maciniamo metri ormai da più di due ore e abbiamo raggiunto quota 1.383 m s.l.m.
Il panorama da quassù è quasi surreale. Le foto che scattiamo sembrano vere e proprie cartoline. I nostri occhi brillano di gioia e, emozionati dall’ampia veduta sui tre rami del lago di Como, proseguiamo lungo il sentiero.
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Dal rifugio Menaggio al CAO – Via Ferrata del Centenario
La sagoma del Rifugio Menaggio sfuma ad ogni nostro passo, scomparendo alle nostre spalle. Camminiamo per altri venti minuti prima di raggiungere l’ambita ferrata: la via ferrata del centenario, CAO.
Questo è un sentiero per esperti segnato come E.E.A., ossia per Escursionisti Esperti e Alpinisti. È assolutamente sconsigliato fare questa via se non si è ad un livello di allenamento e un grado di esperienza adeguato.
Prima di lanciarci però optiamo per una sosta di rifocillamento. Dopodiché, indossati imbragatura e caschetto, non resta altro che agganciare i moschettoni e incominciare a scalare.
In fila indiana percorriamo i pendii della montagna, con uno sguardo ammaliato alla vista di guglie e speroni che disegnano linee di un fascino unico.
La ferrata è in condizioni ottimali e prosegue in modo lineare. Siamo sempre agganciati alla fune di sicurezza e la catena segue sempre il cavo di ancoraggio lungo tutto il tragitto.
Proseguendo sulla via ferrata del centenario, alterniamo momenti di salita e fatica, quasi ad arrampicarci a tratti, a momenti di piacevole camminata, costeggiando le pareti del rilievo.
Il percorso sembra essere scomposto in sezioni tutte differenti tra loro. Un sentiero diversificato che mostra sprazzi di natura e paesaggi mozzafiato.
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La cima del Grona
Immersi ormai completamente nella via ferrata, scorgiamo non molto lontano il tratto più duro e faticoso dell’intero sentiero.
Qualche metro più avanti infatti un cartello indica una via per lasciare la ferrata del centenario. Questa è una buona alternativa per chi volesse effettuare solo un tratto in imbragatura e poi volesse proseguire agevolmente su suolo più sicuro.
Riposiamo qualche istante nei pressi di quel segnale che a momenti sembra consigliarci di approfittare della facile opzione. Ma sicuri della nostra scelta, riprendiamo a scalare e ad arrampicarci su per le pareti verticali del pendio.
Sono circa due ore che avanziamo lungo le pareti rocciose del Monte Grona e anche la stanchezza inizia a mostrare i suoi primi segni. Avanti a noi torreggiano le ultime guglie da scalare. E dei raggi di sole illuminano di un arancio caldo la parete che conduce in vetta. Le tonalità accese risaltano il pendio caratterizzato da una vegetazione diradata e un paesaggio da sogno.
Due escursionisti dalla cima esclamano: “Forza ragazzi, siete ormai alla fine!”. Quelle parole risuonano nella mente e penetrano dentro, suscitando una sorta di sollievo. Ma non solo, aiutano anche a raccogliere quelle ultime energie che sembravano essere venute meno. Ancora una roccia, uno scalino ed ecco sopraggiungere un ultimo appiglio. Dopodiché, la croce di vetta: la cima del Grona.
Missione Compiuta: la Cima del Grona
In cima al Grona la stanchezza si dissipa in un tripudio di colori e sfumature. È il tramonto e una sfera di un rosso intenso risplende orgogliosa. Sullo sfondo, all’orizzonte, il sole raggiunge le prime alpi ad ovest.
Il paesaggio è ora un tutt’uno con le nubi e una luce variegata. Tonalità di rosso e rosa si mescolano e intrecciandosi, danno vita a un set unico e indimenticabile.
D’improvviso, il Lago di Ceresio si accende e come una fiamma ardente, inizia a risplendere di rosso. Ora cielo e acqua si fondono. Il Lago di Como invece è in penombra e attende che le ultime luci calino il sipario della notte.
Assistiamo a uno degli spettacoli più emozionanti della nostra vita e, sconvolti da cotanta bellezza, cerchiamo di ricordare che resta ancora un p0′ di strada per rientrare.
Ormai è buio, imbocchiamo la direttissimaper raggiungere il Rifugio Menaggio. In alcuni momenti, data la ripidità e la complessità del sentiero, incontriamo delle catene che ci permettono di completare il percorso in piena sicurezza. Nell’ultimo tratto di sentiero ci fermiamo a contemplare la luna, tanto maestosa e soave, che illumina e sorveglia la quiete notte.
Escursione sul Monte Grona – Via Ferrata del Centenario CAO
La penisola Lariana è un triangolo naturale cosparso di montagne e vegetazione. Un vero e proprio angolo incontaminato a meno di un’ora dal centro di Milano.
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